Tra le mete nautiche del Mar Tirreno, le isole Pontine sono apprezzate per la loro posizione, vicina ai due Golfi di Gaeta e di Napoli, e per la loro natura. Ponza, la maggiore per estensione, è anche la più popolata. L’altra isola con insediamenti umani consistenti è Ventotene; tutte le altre dell’arcipelago sono invece quasi disabitate, salvo Palmarola, che soltanto in estate ospita poche persone. Una delle caratteristiche piacevoli delle Pontine è la grande limpidezza del mare. La visibilità sottomarina è spesso eccezionale, dalla superficie si può talvolta vedere il fondo a oltre 30 metri di profondità, una condizione rara nel Mediterraneo. L’attività subacquea è quindi molto diffusa, anche grazie alla ricchezza di fauna e flora. Tra Ponza e Ventotene operano infatti molti centri diving bene attrezzati che propongono escursioni guidate.
Un’altra attrattiva locale da non sottovalutare è costituita dall’archeologia. Numerose sono infatti le vestigia che risalgono all’epoca romana, tra cui edifici e strutture costiere adibite all’allevamento di specie ittiche e, in particolare, murene (apprezzate dai buongustai). Lo stesso porto vecchio di Ventotene non è altro che l’ormeggio creato duemila anni fa dai romani e che ha subìto poche modifiche. Anche in fondo al mare sono stati fatti ritrovamenti di notevole interesse. Tra questi, il relitto di una nave oneraria romana carica di anfore sulla secca tra Ventotene e Santo Stefano, il relitto della Secca dei Mattoni a Ponza e la struttura lignea della carena di un’altra nave scoperta in pochi metri d’acqua proprio all’interno del porto di Ponza.
L’ambiente naturale delle isole, sia sulla costa sia nell’entroterra, è molto vario. Dalle alte e imponenti falesie a picco sul mare della Cala Chiaia di Luna a Ponza si passa alle spiaggette di ciottoli di Palmarola. Dal punto di vista faunistico, è particolarmente interessante la pratica del birdwatching. Le Pontine sono sempre state un ottimo terreno di caccia per le specie di passo. Oggi il binocolo e la macchina fotografica hanno preso il posto del fucile, per catturare immagini di uccelli che trascorrono alcuni periodi dell’anno nell’arcipelago. Tra i più apprezzati dai birdwatcher, varie specie di rapaci: poiana, falco pellegrino, gheppio e altri falconidi. Un’altra attrattiva locale è riservata agli appassionati di pesca sportiva, sia subacquea sia dalla barca. Queste acque sono infatti frequentate dalle prede di maggiore interesse, come dentici e grandi ricciole. Catture da record non sono rare in questi fondali, tuttora ricchissimi. Pescando a traina con esca viva si possono avere grandi soddisfazioni. Tra le specie presenti vi sono anche i barracuda del Mediterraneo e le cernie, di buone dimensioni. Per realizzare questo servizio abbiamo navigato a bordo di un comodo catamarano Nautitech 395. Lo abbiamo attrezzato anche per la pesca a traina, con portacanna fissato ai candelieri di poppa, per approfittare della pescosità dei fondali dell’arcipelago. Con qualche battuta di pesca subacquea e qualche cattura alla traina, abbiamo realizzato pranzi e cene che hanno allietato la nostra crociera.
Cominciamo questo nostro itinerario da Ventotene e Santo Stefano, le due isole situate a metà strada tra Ischia e Ponza. Venendo dal Golfo di Napoli si incontra per prima Santo Stefano. È di dimensioni ridotte, di forma ovale. Sembra un panettone che spunta dal mare. Per molti anni l’isola, oggi disabitata, è stata adibita a penitenziario. L’edificio circolare del bagno penale borbonico è abbandonato da tempo ed è oggi in cattivo stato di conservazione. In questo carcere sono stati rinchiusi personaggi di spicco della storia italiana, tra cui patrioti del Regno d’Italia e famosi prigionieri politici durante il periodo fascista. Le boe gialle che circondano Santo Stefano indicano i limiti dell’Area naturale protetta “Isole di Ventotene e Santo Stefano”. Quest’ultima, a eccezione del tratto di litorale settentrionale, rientra nella zona di riserva integrale, zona A, dove vige una regolamentazione più severa. La costa di Ventotene è invece suddivisa in due tratti: riserva generale, zona B, da Punta Eolo alla costa sud-est, e riserva parziale, zona C, dal porto nuovo fino al limite della zona B. È importante rispettare i regolamenti della riserva, disponibili presso l’ufficio turistico, l’ufficio della Guardia Costiera e i diving locali, per evitare sanzioni. Per quel che riguarda l’ormeggio, a Ventotene ci sono due possibilità: il porto romano, che ha un accesso abbastanza stretto, non adatto a imbarcazioni di grandi dimensioni o catamarani, e quello moderno, molto più ampio, che dispone di banchina per il transito e pontili galleggianti (a pagamento) situati a lato del distributore di carburante (che offre anche acqua e ghiaccio). L’ormeggio lungo il molo è libero, con la regola di “chi prima arriva meglio alloggia”. Vi sono poi i tratti di banchina riservati a traghetti e aliscafi. Nel porto nuovo si crea spesso risacca, soprattutto con venti di maestrale, tramontana e grecale. In piena estate non è facile trovare posto in banchina, soprattutto in caso di maltempo, per la grande affluenza di barche. Ventotene ha una forma allungata con asse orientato sud-ovest/nord-est. Non ci sono grandi rilievi e il Monte dell’Arco, situato a ridosso dell’omonima Punta, ha un’altezza di appena 139 metri. Su questo territorio piatto domina la macchia mediterranea. Una delle tipiche coltivazioni locali è quella delle lenticchie che possono essere gustate nei ristoranti locali, prevalentemente specializzati nella cucina a base di pesce. Le aragoste e i tranci di ricciola alla brace sono tra le prelibatezze isolane. Il museo archeologico di Ventotene merita una visita. Tra i reperti, numerose anfore e ceppi d’ancora di piombo recuperati in fondo al mare. Per quel che riguarda la navigazione, ricordiamo che vi è una zona compresa tra le Sconciglie (scogli affioranti nel versante nord-ovest) e la Cala di Parata Grande dove vi sono secche pericolose, soprattutto per le barche a vela con pescaggio maggiore. È preferibile quindi passare al largo delle Sconciglie per circumnavigare Ventotene.
Il nucleo principale dell’Arcipelago Pontino è situato al largo di Capo Circeo. Da Ventotene bisogna quindi navigare verso ponente per 21 miglia. Il primo lembo di terra emersa che si incontra sulla rotta Ventotene-Ponza è lo Scoglio della Botte. Una roccia isolata che spunta dal mare spesso frequentata dai pescatori. È questa, infatti, una zona dove si possono incontrare grandi pesci pelagici. Dal punto di vista subacqueo, lo scoglio della Botte merita un’immersione. Anche Ponza, come Ventotene, ha una forma allungata. Il porto è sul versante di levante. Poco distante, a meno di un miglio verso sud-est, vi è la secca rocciosa delle Formiche, affiorante in più punti. Questa è un’altra ottima zona di pesca, ma è anche un potenziale rischio per la navigazione. Soprattutto di notte occorre studiare bene la carta nautica per non ritrovarsi sugli scogli.
Un’altra area che presenta secche e scogli affioranti è quella settentrionale che va da Punta dell’Incenso all’isola di Zannone. In questo ampio canale, tra l’isolotto di Gavi e Zannone, bisogna navigare con prudenza. Altri scogli pericolosi sono nella zona dei Faraglioni, nel versante di ponente. Per la sua forma e per il gran numero di cale distribuite lungo il litorale, Ponza offre tanti ridossi per chi preferisce ancorarsi in rada. In caso di mare di levante e di scirocco, è preferibile sostare nella spettacolare Cala Chiaia di Luna, dalle imponenti falesie candide. Le rocce ponzesi hanno spesso colorazioni particolari con striature che assumono talvolta tinte rossastre per la presenza di minerali ferrosi. In caso di mare da ponente, bisogna dare fondo sul versante del porto e, in particolare, nella zona antistante la bella spiaggia del Frontone, compresa tra Punta del Frontone e Punta Santa Maria. Se si ormeggia in prossimità di Punta Santa Maria è anche molto facile raggiungere il porto con il tender. Il porto di Ponza è abbastanza ampio, ma non è ben ridossato rispetto al mare di levante e di grecale. Vi è la possibilità di ormeggiarsi ai pontili galleggianti oppure lungo i moli. Molti si ancorano nel centro del porto, ma in caso di maltempo improvviso questa soluzione crea problemi. È meglio restare in rada al Frontone che dista poche centinaia di metri. D’estate Ponza è animata da una vivace vita notturna, che comincia già nel tardo pomeriggio con la musica dei disco-bar. L’offerta turistica locale è bene organizzata. Agli amanti del mare vengono proposte gite in barca e servizi navetta per raggiungere i tratti più belli del litorale. È anche possibile noleggiare piccole imbarcazioni o effettuare immersioni guidate grazie ai vari diving isolani.
Secondo centro abitato di Ponza è quello di Le Forna, nell’area nord-occidentale dell’isola. In questa zona è anche presente il piccolo approdo di Cala Feola, riservato in particolare alle barche da pesca, ben ridossato dai venti di levante, scirocco e mezzogiorno. Il Faro di Ponza domina Punta della Guardia, estremità meridionale dell’isola. La tradizione della pesca professionale, che è stata per secoli una peculiarità dei Ponzesi, è tuttora diffusa. Nel porto vi è un tratto di banchina riservato ai pescherecci che praticano vari tipi di pesca con reti, nasse e le coffe (un lungo cordino in cui scorre un anello per fissare la lenza). La storia ponzese è ricca di episodi di colonizzazione di terre lontane, per la creazione di nuove basi per la pesca; colonie ponzesi furono, infatti, create un po’ ovunque nel Mediterraneo, dalla Tunisia alla Sardegna.
Selvaggia, dall’anima tipicamente mediterranea, Palmarola è la più apprezzata dagli appassionati della natura. Bella sopra e sott’acqua, quest’isola merita una sosta prolungata. La Cala del Porto è il fulcro dell’isola, dove sono ubicati i ristoranti (attivi d’estate), una manciata di casette scavate nella roccia, a ridosso della spiaggetta. Questa baia, situata sul versante nord-ovest, è la più frequentata dai diportisti. Molti preferiscono ancorarsi in rada e poi scendere a terra con il tender per una cena a base di specialità tipiche. A Palmarola non ci sono né discoteche né vita by night; ci si confronta con la pace e la natura. Particolarmente suggestivo è il tratto meridionale dell’isola, con il Faraglione di Mezzogiorno e lo Scoglio del Cappello. Una caletta di incomparabile bellezza è nascosta all’interno del Faraglione di Mezzogiorno e merita una visita con il tender oppure a nuoto, prima dell’arrivo dei barconi stracarichi di turisti provenienti da Ponza. Per i pescasportivi, Palmarola è veramente il top. Dentici e ricciole sono di casa nei suoi fondali. Con un minimo di esperienza e di tecnica si ottengono risultati lusinghieri. A Palmarola, senza troppi sforzi, il menù diventa degno di uno chef d’élite. Anche nei dintorni di Palmarola sono presenti secche e scogli affioranti. Un attento studio della carta nautica è indispensabile. In definitiva, una crociera alle isole Pontine è tra le esperienze più interessanti che il diportista possa vivere nel Tirreno. Pianificando con cura l’itinerario e avendo almeno due settimane a disposizione, si possono anche visitare le isole del Golfo di Napoli, in particolare Ischia, situata 18 miglia a est di Ventotene.